Io voglio, la guida definitiva alla volontà - seconda parte -

Io voglio, la guida definitiva alla volontà - seconda parte -

a cura di: Veronica Remordina
18/09/2017


Come insegnare a porre le domande, in maniera gentile, con io voglio

E’ necessario andare oltre alla questione dell’ ”io voglio”, perché quella di porre domande è un’abilità che va appresa fin dall’infanzia. In particolar modo se le domande rispecchiano un bisogno del bambino o del ragazzo. (Veronica Remordina)

L’espressione della volontà da parte di un bambino o di un ragazzo, si trasforma spesso in un vero e proprio cruccio per il genitore. Come ho ampliamente descritto nell’articolo: “Io voglio, la guida definitiva – prima parte – “, sovente i genitori sono portati a trasformare “io voglio” in “io vorrei”, ignari del fatto che lo sviluppo della volontà è una tappa da non sottovalutare. Sicuramente tutto può cambiare e con impegno, allenamento e determinazione anche una persona a cui è stato insegnato a dire “io vorrei”, al posto di “io voglio”, può raggiungere i propri obiettivi. E’ indubbio, però, che questa persona avrà bisogno di un impegno maggiore, rispetto a qualcuno che ha potuto esprimere in maniera corretta la sua volontà fin dall’infanzia: imparando quindi a comprendere i propri bisogni e a sentirli accettati, a determinare i propri obiettivi e a pianificare il processo per raggiungerli.

Assodato che far trasformare “io voglio”, in “io vorrei” è inutile e dannoso, c’è un altro aspetto da considerare.

Un bambino che ha chiarito ciò di cui ha bisogno, e che quindi vuole qualcosa (che sia materiale o immateriale), ha due alternative:

-          mette in atto, da solo, le azioni per raggiungere il suo scopo;

-          formula una richiesta/domanda per ottenere il supporto o il consenso dell’adulto.

E’ sul “formulare una domanda” che ti chiedo di concentrare l’attenzione. Sovente chi accontenta un bambino o un ragazzo inducendolo a dire: “Io vorrei l’acqua, per favore”, lo fa senza rendersi conto che comunque quella non è una domanda. Il bambino o il ragazzo in questione ha solo espresso ciò che vuole, rispetto al suo bisogno di soddisfare la sete (in maniera dannosa, oltretutto, per via del condizionale). Una domanda interrogativa termina con il punto interrogativo. Allo stesso modo funziona per “io voglio l’acqua” anche questa è solo l’espressione, corretta, di ciò che vuole il bambino o il ragazzo, ed è assente la richiesta.

In definitiva, come va formulata la frase con “io voglio”?

Ti riporto alcuni esempi:

“io voglio l’acqua. Per favore me la passi?”

“io voglio uscire da solo oggi, posso farlo?”

“io voglio quel giocattolo. Me lo comperi, per favore?”

ESPRESSIONE DEL BISOGNO + RICHIESTA TRAMITE DOMANDA

Come puoi notare, “io voglio” è sempre espresso e la domanda, che rispecchia la richiesta, invece è successiva, e finisce con un punto interrogativo. Accertati sempre che dopo “io voglio” ci sia la richiesta, così da insegnare a tuo figlio a chiedere ciò di cui ha bisogno (nel caso in cui non lo possa ottenere da solo).  Insegnagli a porre correttamente le domande, e tu rispondi o agisci a seguito delle domande. E’ necessario andare oltre alla questione dell’ ”io voglio”, perché quella di porre domande è un’abilità che va appresa fin dall’infanzia. In particolar modo se queste domande rispecchiano un bisogno del bambino o del ragazzo.

Veronica Remordina - Parent Coach

 

Nota: Aggiungere il “per favore” è una formula di cortesia, alcuni genitori si sentono a proprio agio nel sentirla ripetere, a mio parere la cortesia viene manifestata da tutto un insieme di fattori come: il tono della voce cordiale, l’apertura corporea amichevole, la mimica facciale distesa e serena ecc.



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Veronica Remordina – Parent Coach – Coach Genitoriale -  Docente di corsi di Parent Coaching per professionisti e corsi per genitori.




Veronica Remordina profilo

Veronica Remordina è Fondatrice di ECS Educational Coaching School, la scuola che con il suo Master in Parent Coaching ha già fornito strumenti pratici e concreti a centinaia di educatori, pedagogisti, psicologi ed esperti familiari.

È creatrice del primo protocollo di Parent Coaching in Italia.

Scrive per la nota rivista Coach Mag - il Magazine del Coaching e della Formazione.

Per il suo lavoro di divulgazione anni fa fu chiamata a parlare alla conferenza internazionale del TedX. E' proprietaria dei marchi registrati e dei siti originali www.parentcoaching.it e www.educationalcoaching.it

Tiene corsi on line e in tutta Italia.